[Per la nona puntata di Fuori Catalogo siamo tornati a Caserta, nella libreria per l’infanzia Clorofilla. Ad accoglierci, Teresina Moschese, psicoterapeuta e libraia. Entriamo e sul tavolo troviamo una merenda, preparata apposta per noi. Da quella piccola cura nasce un momento di convivialità, e una bella discussione sul mondo delle librerie indipendenti, sul rapporto degli adulti con l’editoria per l’infanzia, sulle esigenze dei genitori e del territorio.]
Ho visto che fai parte del Cleio: mi dici cos’è e in che modo aiuta le librerie?
Cleio è una rete di librerie indipendenti esistenti in tutta Italia. L’idea è un po’ quella dell’unione che fa la forza, quindi siamo un’unione nazionale di librerie che restano indipendenti rispetto ai propri obiettivi culturali ed educativi sul territorio. Il fatto stesso di essere in tanti ci permette di svolgere in diverse città una serie di iniziative che ci accomunano; iniziative per ora commerciali, ma in futuro anche culturali, specializzate per l’infanzia. Il vantaggio è quello di far parte di una rete che ha gli stessi contatti con i fornitori, e che questi fornitori li cura insieme. Altro vantaggio è quello di poter chiedere, più in là, di svolgere iniziative comuni su più territori: vere e proprie campagne culturali, sul modello del festival di Cartamarea, ad esempio. Cartamarea è una libreria per l’infanzia di Rimini che in estate organizza Parole al cartoccio, un festival per la promozione della lettura, e tutti noi del Cleio, anche se lontani, partecipiamo tramite attività che richiamano quel messaggio. E così per tutte le iniziative promosse da qualcuno della nostra rete, in modo che si crei una eco che ci permetta di amplificarci a vicenda.
Il ricavato della vendita dei libri è considerevole, secondo te? E tra libri, giocattoli e gadget, cosa vi fa guadagnare di più?
Ti parlo dei sette mesi da cui la libreria è aperta (l’intervista si è svolta nel settembre 2015, ndr), perciò è ancora difficile fare un bilancio significativo. Una primissima intuizione – senza conti alla mano – ci orienta nel dire che i servizi sono l’offerta che trova il maggiore riscontro in città, molto più dei libri o dei giochi. L’idea che il bambino possa vivere uno spazio, lo spazio “nutrimente” della libreria, per delle ore di qualità, è qualcosa che attira molto. Il pensiero che il bambino non venga parcheggiato, ma che il genitore lo faccia venire da noi quasi come se portasse una piantina da nutrire e coltivare, è ciò che al momento incontra l’interesse più grande, in tutte le fasce di età: dai primissimi mesi di vita ai dieci anni e oltre.
Che tipo di servizi offrite?
Al momento stiamo sviluppando un progetto sull’arte che si chiama La Bottega dell’Artista: ogni sabato mattina, i bambini approfondiscono un artista grazie a Matilde Genovesi. Ultimamente hanno scoperto Van Gogh, non solo la sua vita e la sua poetica, ma la stessa tecnica artistica, che sperimentano in prima persona. Tutto questo però parte dalla lettura di una storia: cerchiamo di coniugare il gioco, l’attività manuale e la lettura, che così diventa anche più piacevole. Il nostro obiettivo è quello di educare nuovi lettori, e di coltivare quelli già esistenti.
Nel corso della settimana, invece, dedichiamo ogni pomeriggio a una diversa fascia di età, fino ad arrivare ai piccolissimi (0-12 mesi), per i quali organizziamo le “letture in braccio“. La nostra idea è quella di libreria intesa come spazio di crescita a 360 gradi, perciò si possono trovare persino corsi di massaggio infantile rivolti alle mamme, realizzati da personale qualificato AIMI (Associazione Italiana di Massaggio Infantile), per promuovere la relazione attraverso il contatto. Per le mamme in gravidanza organizziamo controlli con l’ostetrica, e corsi di lettura per il bambino ancora in grembo, stimolando in lui la percezione della voce materna.
Riuscite a lavorare in sinergia con le scuole di Caserta?
Sì, riusciamo a farlo anche perché abbiamo una storia consolidata sul territorio: questo progetto nasce da Familiamo, associazione di promozione sociale ancora esistente che oggi gestisce i servizi culturali ed educativi qui da Clorofilla. Ormai sono 5 anni che lavora sul territorio, sia nel campo del supporto alla genitorialità, sia tramite attività educative nelle scuole. Clorofilla è, in effetti, la naturale evoluzione di Familiamo, la cornice di senso che sentiamo più aderente alle nostre corde. Proprio perché concepiamo questo spazio come luogo di crescita di tutta la famiglia, che dal libro non può che trovate arricchimento. La lettura, ma soprattutto il racconto, è sempre stato uno strumento di relazione, quindi può senza dubbio aiutare le dinamiche relazionali di ciascuna famiglia.
Con le scuole non è sempre facile. Tante volte le maestre rispondono ai nostri inviti in libreria con frasi come: “Ma i miei bambini sono troppo piccoli! Cosa vengono a fare in libreria?”. La verità è che spesso sono pigre. Proprio perché sono piccoli devono andarci, iniziare a scoprire quel mondo, viverlo a 360 gradi. Invece ho notato che, anche grazie alla presenza sul territorio di Nati per leggere, realtà a cui va il merito di aver istituito un punto lettura in biblioteca, sin dalla nostra apertura sono passate da noi molte mamme consapevoli, che conoscevano tutti i titoli più importanti dell’editoria infantile. Ora che è già passato qualche mese, la nostra clientela si è estesa ed è diventata più eterogenea: non sono poche le mamme che ci hanno conosciuti tramite il passaparola, che vogliono acquistare libri per i propri figli ma che non sono interessate alla lettura. Si tratta di un tipo di clientela con luci e ombre: evidentemente vuole investire sulla crescita dei propri figli e sa di far bene partendo dai libri; eppure, proprio dei libri ha una concezione sbagliata, perché li associa alla complessità e alla pesantezza. Molte mamme preferiscono l’acquisto dei libri-gioco, visti come meno impegnativi. Siamo ancora lontani dal capire che giocare va benissimo, così come va bene associare il libro al piacere e all’intrattenimento, piuttosto che alla noia e alla difficoltà. Ma il problema è che i libri-gioco sono fatti per una specifica fascia di età: se tuo figlio è più grande, rischi di regalargli qualcosa di troppo elementare, e di annoiarlo davvero. Continua a leggere →