Dearest,
guardavo un film in tv e c’era la protagonista che urlava contro il suo compagno: “ti sei solo arreso, hai smesso di credere in noi”. Il suono di quelle parole mi ha svegliato come da un torpore. In un secondo c’eravamo io e te, con me che ti rincorro mentre scappi via furioso dopo la nostra ennesima lite, una delle più terribili. Ti sei arreso, te ne stai andando. Resta, credi in noi. Così urlavo e piangevo sbattendo le mani sul finestrino dell’auto che ci separava, lo stesso su cui si era condensato il nostro respiro, la nostra passione, e che adesso ci separava come un muro. Non mi guardavi nemmeno e tremavi, volevi solo accelerare e lasciarmi lì da sola. Sei andato via poco dopo. Litigavamo con la stessa forza con cui facevamo l’amore. E riuscivo a vederlo il tuo sentimento lì, nascosto tra le pieghe dei palmi che stringevi, dentro l’impeto delle parole e nel vuoto dell’assenza. Ci amavamo quando litigavamo, ancora più forte. Avevo paura che non tornassi più, ma quella corda invisibile che ci ha uniti, stretta intorno al cuore, ci riportava sempre l’uno all’altro.
Ogni litigio, ogni lontananza, ci urlava che le nostre anime si appartevano e che, per quanto decidessimo di separarci, il nostro amore ci aveva già stretti.
Ogni volta che ci lasciavamo non ci pareva di separarci, ma di andare ad attenderci altrove. Tra le canzoni, tra le poesie, le fotografie e i ricordi.
Tutto mi parla di te, mi manchi. È strano come una piccolissima frase, semplicissime parole possano rimettere insieme, come un collante indistruttibile, tutti i pezzi che fino a poco fa sembravano non poter mai più combaciare.
E così la violenza del nostro sentimento ci ha travolti, scuotendo le nostre vite. Ho iniziato a vivere da quando ti ho conosciuto: ho sentito nel sangue la rabbia, la gelosia, la passione, la felicità. Ho avuto quello che la letteratura descrive, quello che tutti desiderano.
Ho vissuto l’unico amore della mia vita.
Perché ne sono così sicura? Perché dall’ultima volta che ci siamo lasciati, mi ero come addormentata, avvolta nel mio dolore, bevevo e ribevevo la tua assenza ed ero certa che la rassegazione avesse germogliato nel mio cuore.
Sono bastate quelle parole, quelle stesse che ti urlai piangendo quella mattina a casa mia, a ridarmi la forza di scriverti.
Ti sei solo arreso, amore mio, hai smesso di credere in noi. Resta, credici ancora con me.
Sempre tua,